Archiviare tutto. Rendere disponibile materiale grezzo e originale per giornalisti, associazioni, altri attivisti. È lo spreadsheet activism, o “attivismo dei fogli di calcolo”, che sfrutta uno strumento semplice ma potente per diffondere informazioni su violazioni dei diritti umani e abusi e creare velocemente pressione per fermarli e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi affrontati.
Attivisti di tutto il mondo probabilmente in questo momento stanno lavorando per dare una risposta immediata alla crisi umanitaria nelle prime pagine sui giornali e lo stanno facendo dentro righe e colonne di un foglio di calcolo. Lo spreadsheet activism è una forma di mobilitazione che aiuta le organizzazioni a lavorare velocemente su un tema e coordinare azioni trasversali, che superano i confini nazionali e gli obiettivi: li compilano gli attivisti, li pubblicano online e li usano i giornalisti, o viceversa.
Come questo archivio prodotto dalla redazione di Bellingcat, che contiene le notizie verificate già verificate dai loro reporter, per massimizzare impatto del lavoro di debunking.
Un foglio di calcolo ben organizzato potrebbe essere molto più efficace di un sito, in questo contesto, perché permette di trovare immediatamente le informazioni di cui le persone hanno bisogno e, se alimentato da un form (come quello che mette a disposizione google), può essere aggiornato in crowdsourcing: esiste per esempio un foglio di calcolo per sostenere artisti ed etichette discografiche ucraine indipendenti, un elenco di laboratori di ricerca in tutto il mondo che possono supportare scienziati e scienziate dall’Ucraina, un database di abitazioni private che possono ospitare rifugiati in Polonia, e probabilmente ne esistono altre decine e altrettanti ne vengono prodotti mentre siete qui a leggere queste righe.
Ma anche senza guardare all’emergenza in corso, dietro ogni grande campagna di attivismo c’è un foglio di calcolo: forse non è romantico raccontarla così, ma è la realtà. Elenchi di persone, con le loro funzioni, indirizzi, etichette che ne definiscono l’area di competenza, azioni da intraprendere per portare le istanze della società civile a compimento. Elenchi che compilano gli uffici stampa con le testate da contattare, persone influenti che possono amplificare la portata di una petizione, di una campagna di raccolta fondi.
E ancora più potenti sono i i fogli di calcolo compilati come testimonianza di abusi dei diritti umani, che si popolano con le voci dirette delle persone che rispondono a form anonimi, che decidono di condividere un’esperienza, o che attivano monitoraggi per raccogliere contenuti video o fotografici diffusi online da chi si trova sul campo. Un esempio è il foglio che oggi contiene più di 2mila video con azioni di brutalità della polizia condotte durante le proteste di piazza per la morte di George Floyd, nel 2020, arrestato e poi ucciso perché sospettato di aver usato una banconota da venti dollari contraffatta. L’’avvocato Greg Doucette e il matematico Jason Miller hanno lavorato per raccogliere tutti i video prodotti dagli utenti durante un anno di proteste, prima dentro un thread di twitter e poi, in modo più efficace e riutilizzabile da redazioni e organizzazioni della società civile, dentro un foglio di calcolo consultabile liberamente.
Nel 2018 divenne virale invece un altro foglio di calcolo, passato da un utente social all’altro e compilato da più di 400 persone del settore televisivo negli Stati Uniti, con l’intento di portare trasparenza nelle discriminazioni di razza e genere sullo stipendio e la posizione occupata all’interno dei vari studi di produzione.
Raccolta dati in crowsourcing, inizia bene
L’errore più grande che vediamo commettere nelle iniziative dal basso di raccolta dati e informazioni è la call to action, la chiamata all’azione, che inizia con la frase “manda un’email per aderire/per mandare la tua esperienza/testimonianza”. L’organizzazione delle informazioni a quel punto diventa manuale, e ci sono stati casi in cui attiviste e attiviste si sono trovate a dover riportare dati sensibili e potenzialmente utili per condannare gravi atti di violenza estrapolando informazioni chiave da lunghi testi inviati via email. Come fare allora? Utilizzare uno strumento semplice come il form di Google, se non c’è bisogno di un alto livello di anonimato, oppure tramite un form su apposita piattaforma web dotata di strumenti di crittografia per garantire la riservatezza di chi invia la segnalazione.
Creare fogli di calcolo che combinano più fonti
In uno stato di emergenza come quello che stiamo vivendo può essere altrettanto efficace trovare il modo di raggruppare informazioni chiave, da diverse fonti affidabili, dentro un unico foglio di calcolo. Nel prossimo workshop della Dataninja School vedremo come fare insieme alla docente Benedetta Tonnini, in 1 ora e mezza di teoria e pratica.