Sebbene ci siano state diverse grandi copertine di album che raffigurano delle dataviz (“Unknown Pleasures” dei Joy Division è basato su un diagramma scientifico delle pulsar e “Aerial” di Kate Bush presenta la forma d’onda del richiamo di un merlo), non ho trovato molti esempi di cover che illustrassero la musica stessa.

Dopo aver creato recentemente una serie di opere data-driven per il mio album Dissolution, negli ultimi tempi ho riflettuto su questo tema. Volevo scambiare due parole con altre persone che hanno creato copertine di album con i dati, o che stanno pensando in modo profondo alla connessione tra musica e immagini.

Ho parlato con Tiziana Alocci, information designer freelance che ha creato una serie di copertine di album basate sui dati, e Sean Peoples, che gestisce la Atlantic Rhythms records, un’etichetta con un approccio coerente alla creazione di artwork astratti per le copertine degli album. Quella che segue è una conversazione leggermente modificata tra noi tre.

Introduzione

Carni Klirs: Ciao Sean e Tiziana, grazie molte per esservi presi del tempo per chiacchierare con me. Che ne dite di iniziare con le presentazioni.

Sean Peoples: Ho diretto l’etichetta Atlantic Rhythms negli ultimi sei anni. Prima, gestivo un’etichetta chiamata Sockets Records. Entrambe sono nate dal desiderio di raccontare un’incredibile comunità artistica intorno a me, quella di Washington con Sockets, e poi forse una un po’ più in ampia con Atlantic Rhythms. Sono anche un regista – la musica mi ha portato a fare cinema e specialmente montaggi. Quindi, in qualche modo, ogni giornata è piena di musica, che è il mio sogno d’infanzia. Ho la possibilità di lavorare con così tante persone nell’ambito del design, e di collaborare e curarlo, che è una delle parti che preferisco nella gestione di un’etichetta discografica, oltre alla musica.

Tre copertine di album dell’etichetta discografica Atlantic Rhythms, disegnate da Nick Apace. Da sinistra a destra: “From Sun to Sound” di Gus Callahan, “Reversion” di Curved Light, “Icon” di George Cory Todd.

Tiziana Alocci: Sono un’information designer freelance che vive a Londra. Faccio questo lavoro da quasi 10 anni e sono anche docente associato alla University of Arts del London College of Communication. Diversi anni fa ho aperto il mio studio dove ora lavoro come designer indipendente, specializzandomi esclusivamente nella visualizzazione di dati per ogni tipo di piattaforma. Circa due anni fa, ho iniziato questa collaborazione con Sum Over Histories, un’etichetta musicale indipendente con sede a Berlino, e abbiamo iniziato a fare questa sperimentazione con la musica e la visualizzazione dei dati.

Tre copertine di album per l’etichetta discografica Sum Over Histories, disegnate da Tiziana Alocci. Da sinistra a destra: “Râ EP” di INVŌKER, “Terra Incognita” di Imperieux, “Something in Common EP”.

Carni: E io sono Carni, un musicista e information designer di Washington DC che lavora a Graphicacy. Ho iniziato come designer al liceo, facendo volantini per spettacoli punk usando le fotocopiatrici. Anni dopo, ho chiuso il cerchio, e recentemente ho messo in pratica le mie competenze nella data visualization per realizzare l’artwork  del mio album solista, creando una track art unica usando le visualizzazioni dello spettro di frequenza per ogni canzone.

Tre esempi di artwork dei brani dell’album Dissolution, disegnati da Carni Klirs. Da sinistra a destra: Traccia 1 “Lilt + Moan”, Traccia 3 “Scrape + Fold”, Traccia 6 “Tessellate”.

Estrarre dati dal suono

Carni: Voglio approfondire gli strumenti e i dati. Tiziana, credo che tu stia visualizzando le forme d’onda delle tracce. (Le forme d’onda sono una visualizzazione dell’ampiezza, il volume di una traccia, sull’asse Y, e il tempo lungo l’asse X). Mi piacerebbe sapere come estrai i dati dalle forme d’onda, e se stai ottenendo i punti dei dati effettivi dalla forma d’onda o se stai solo lavorando con la sua forma.

Tiziana: Sebbene di solito visualizzi la forma d’onda della canzone, è sempre diversa. È come l’impronta digitale di ciascuna canzone. Quindi anche se uso lo stesso tipo di struttura, supponiamo di usare la forma d’onda per tre album di fila, tutte queste forme d’onda saranno differenti, perché tutte le canzoni sono diverse, come lo sono del resto le emozioni e i sentimenti che suscitano le canzoni stesse.

Il processo effettivo di utilizzo dei dati è una cosa molto, molto veloce. E mi piace che sia così, perché è di nuovo un po’ un esercizio di fuga dal solito lavoro che faccio. Uso principalmente un software chiamato Sonic Visualizer. Questo mi permette di caricare la forma d’onda in formato vettoriale (SVG), e da lì, posso giocarci usando altri software come Adobe Illustrator. A volte gioco con alcuni script e un paio di righe di codice per convertire la canzone in numeri. Anche se non ho idea di quale calcolo stia usando lo script, restituisce qualcosa che è misurabile, che posso usare. Non è un processo particolarmente preciso o rigoroso. I professionisti della visualizzazione dei dati saranno inorriditi e diranno: “Oh, mio Dio! Questa non è una rappresentazione accurata al 100% dei dati”, ma non è comunque l’obiettivo in questo caso. Piuttosto, uso i dati per vedere che tipo di visualizzazione posso creare che si connetta alle emozioni delle canzoni.

Carni: Sono completamente d’accordo con te, il punto non è la rappresentazione dei dati accurata al 100%. Per quanto riguarda il mio lavoro, i miei tentativi di visualizzare la musica e creare artwork per gli album discografici, molto di quello che hai detto sembra simile al mio approccio. La grande differenza è che, piuttosto che concentrarmi solo sulla forma d’onda, l’ampiezza, guardo a una dimensione aggiuntiva delle caratteristiche sonore di una traccia. Uso uno strumento chiamato analizzatore spettrale, o spettrogramma, che divide il suono nell’intero spettro di frequenze udibili dall’orecchio umano (tipicamente da 20hz a 20.000hz). L’asse Y è la frequenza (l’estremità inferiore corrisponde alle note basse, e l’estremità superiore sono le frequenze alte, il vibrato delle chitarre e dei piatti), e l’asse X è il tempo. Il volume o l’ampiezza è mostrato come colore, quindi viene usato un gradiente di colore per mostrare la densità del suono a certe frequenze.

Uno spettrogramma è veramente uno strumento analitico. Se si dà un’occhiata all’immagine spettrale prodotta da qualcuno che suona un violino, si può vedere la serie armonica creata dalla nota suonata. La nota principale e tutti i suoi sovratoni danno ad ogni strumento il suo timbro caratteristico. Ciò che diventa interessante è quando si fa un’analisi spettrale per un intero brano quando tutti gli strumenti suonano insieme. Per il tipo di musica che faccio – che implica la costruzione di un Wall of Sound (tecnica di produzione musicale utilizzata nelle registrazioni di musica pop e rock, N.d.T), questa massa ambientale di suono di molti strumenti diversi stratificati insieme – quando la fai passare attraverso un analizzatore spettrale, produce un’immagine con molta consistenza e carattere.

Uno spettrogramma di una forma d’onda di violino, con la frequenza lineare sull’asse verticale e il tempo sull’asse orizzontale. Credits: Wikimedia Commons.

Da lì, è un processo analogo di gioco, sperimentazione, iterazione, tira e molla per manipolare l’immagine in modelli che iniziano a corrispondere al mood della musica. Un altro canale di sperimentazione che ho è lo zoom su certe sezioni della traccia, così si può iniziare a vedere la ” venatura ” dell’immagine. Puoi anche zoomare in una frazione di secondo della musica, e questo crea un’immagine digitale, grossolana, poiché puoi vedere ogni singola “venatura” di una sezione digitalizzata di suono. Oppure si può ingrandire l’intera traccia, e ottenere forme organiche iper-dettagliate che sembrano onde dell’oceano o mappe topografiche.

Work in progress della progettazione di Carni Klirs ldell’album “Dissolution”, l’analisi iniziale dello spettrogramma di diverse canzoni dell’album.

Questa è la materia prima. Da lì continuo a sperimentare nel software di design e ad applicare il colore. Così nella creazione delle immagini, ci sono un sacco di coincidenze felici. Il che è simile al modo in cui la musica stessa è stata fatta, con un sacco di glitch e flessioni del suono. Il modo in cui sto suonando le note con la mia chitarra, piego le note e, una volta registrato, continuo a piegare le note in modo digitale. Quindi ho pensato che fosse un modo appropriato per giocare anche con l’artwork.

Questo processo ha funzionato per me per la mia musica, e mi sono sentito come se fossi in grado di tradurre direttamente ciò che faccio musicalmente in qualcosa di visivo. Non ho idea di come sarebbe se provassi a fare questo per un’altra artista. Ma penso che il luogo di intuizione da cui partono i nostri processi, un luogo di pensiero sul sentimento della musica, sia lo stesso per entrambi.

Confezione finale della cassetta per “Dissolution”, realizzata da Carni Klirs.

Trasformare i dati nella grafica degli album

Carni: Perché scegliere la data visualization per la copertina di un album? Perché visualizzare le caratteristiche sonore della musica? Tiziana, perché, innanzitutto, l’etichetta Sum Over Histories ti ha contattato?

Tiziana: Visualizzo dati ogni giorno. La maggior parte del lavoro che faccio è per aziende. Quindi, ogni volta che ho l’opportunità di lavorare con materiale che offre più libertà creativa, mi ci butto subito. Ho iniziato questa collaborazione e credo che i fondatori di Sum Over Histories fossero interessati alle composizioni dei lavori che faccio di solito, che sono visualizzazioni di dati elaborate e complesse. Così, quando mi hanno chiesto di fare degli artwork per questi dischi, la mia idea iniziale è stata quella di iniziare a visualizzare alcune delle canzoni, alcune delle tracce.

Mi sono approcciata a questo tipo di lavoro in un modo diverso rispetto agli altri miei clienti, usando i dati come materiale creativo. Questo è qualcosa che a volte viene fatto con l’arte generativa e il coding creativo. Ho un grande interesse per la musica e questa etichetta produce musica techno. Era un’opportunità per attingere a un settore che amo e in cui non avevo mai lavorato prima. Quello che ho cercato di fare è combinare il mio stile personale con le emozioni e i sentimenti che provengono dalle canzoni, dalle atmosfere che le canzoni e gli artisti evocano con i brani. Ho creato questi artwork che sono basati sui dati, ma hanno anche una componente di mistero e un alone di ignoto. Non ci sono tasti, né numeri, né tipografia, niente, solo il soggetto è presente. Sono aperte a qualsiasi tipo di interpretazione da parte di chi ascolta.

Carni: Mi piace l’idea di preservare un senso di mistero negli artwork. Una delle ragioni per cui ho voluto parlare con voi due in particolare, è perché il vostro lavoro colma il divario tra i dati grezzi e il trarre ispirazione dalla musica stessa. Chi crea visualizzazioni dati, una volta che ha le mani sui dati grezzi, ha tutti gli strumenti a sua disposizione per lavorarci. La parte difficile da descrivere è il processo intuitivo di estrarre l’atmosfera e il sentimento della musica e rappresentarli visivamente. Se fatto bene, quando si crea una forte connessione tra il visivo e il suono, si sente la coesione tra queste due componenti e si può aggiungere molto all’esperienza dell’ascoltatore.

Cercare di sistematizzare tutto questo in qualcosa che altre persone possano replicare potrebbe non funzionare, perché è un processo così personale o idiosincratico, a seconda di chi sta facendo quel lavoro, tuttavia possiamo almeno condividere il modo in cui ognuno di noi lo affronta.

Sean, mentre le copertine degli album per Atlantic Rhythms non sono di per sé data-driven, possiamo ancora imparare da loro in quanto opere di pura astrazione così evocative. Puoi condividere un po’ del tuo processo di creazione delle copertine degli album per Atlantic Rhythms?

Sean: Lavoro con un designer, Nick Apice, e abbiamo parlato del tipo di approccio al design che avremmo impiegato per Atlantic Rhythms per quasi due anni. È stata una conversazione molto, molto lunga e ponderata. Ricollegandoci a quello che ha detto Tiziana, era basata sul desiderio di creare qualcosa di misterioso, qualcosa di emotivo. Avevamo anche un desiderio autentico di rendere il processo di creazione dei modelli visivi il più collaborativo possibile. Ogni volta che prepariamo un release, chiediamo ai nostri artisti di darci una lista di cinque immagini e una serie di due o tre combinazioni di colori. Questo, insieme alla musica stessa, avvia il processo, che coinvolge sempre la serendipità.

Associamo una trama visiva e uno schema cromatico alla musica. L’unica cosa che ci manca sono i dati. C’è, tuttavia, una forma più organica di raccolta dati che include l’ascolto di quella musica e la creazione di una trama visiva, che rifletta una certa emozione o un senso di mistero. Il colore gioca un ruolo decisivo nel modo in cui queste cose interagiscono, quando queste pattern si uniscono. A volte emerge una vera magia in queste collaborazioni, tra me, il designer e i musicisti. Vogliamo che l’esperienza musicale sia più della somma delle sue parti, quindi se stai guardando l’artwork mentre ascolti la musica, allora stai interagendo con essa come fossero un pacchetto completo. Le immagini possono creare nuovi percorsi che le persone possono scoprire quando ascoltano.

I supporti fisici, che siano cassette o dischi in vinile, giocano un ruolo importante nella pubblicazione di nuova musica. Una collezione di artwork di cassette della Atlantic Rhythms mostra la cura che viene posta in ogni aspetto del packaging. Progettato da Nick Apace.

Abbinare l’atmosfera con i colori, le forme e le texture

Carni: Ci sono certi colori, forme o texture che tendono ad evocare più intensamente certi stati d’animo, o anche determinati generi musicali? Cos’altro influenza il processo creativo?

Sean: Amo questa domanda perché ci penso molto, e per un periodo della mia vita forse ne sono stato ossessionato. Ma non conosco la risposta. Comunque, produco la musica che mi fa sentire qualcosa, e ho fiducia in questo processo collaborativo tra designer e artisti. Quando guardo la fine del processo, di solito dico: “Oh, wow! Ha senso che questa musica assomigli a questa pattern”. Ma non ci sono regole ferree secondo cui una determinata pattern o forma faccia sentire in un certo modo. Penso che giochiamo con l’iterazione, che può dare buoni risultati. A volte prendi un’immagine e provi a combinarla con un’altra che non funziona, ma se ne cambi il colore, funziona perfettamente e quindi c’è un sacco di sperimentazione. Penso che si debba arrivare a quel processo con un’apertura per lasciare che quei momenti emergano.

Tiziana: Per proseguire con ciò che detto Sean sul processo, che penso sia fondamentale per ogni professionista del design, io ho il mio processo specifico. La data visualization è un lavoro serio e complesso, poiché a volte visualizzi dati su vittime o decessi o magari dati finanziari, o qualsiasi altro tipo di informazione che sia quantificabile. Ho un mio procedimento e non è davvero negoziabile. Quando lavoro con i dati musicali, seguo gli stessi passi, rimanendo solo un po’ più flessibile. Questi lavori sono il mio personale approccio all’arte dei dati.

Mi piace giocare con il colore anche per bilanciare quel tipo di emozione che le canzoni suscitano. Da lì, è un modo davvero concettuale e attento di progettare. Lascio che i dati definiscano la forma e poi cerco di agire come una direttrice d’orchestra. Cerco di mantenere tutto al suo posto, ma con un certo livello di libertà.

Mi piace molto usare cerchi e forme arrotondate in ogni tipo di data visualization che faccio. Spesso, questo non è possibile quando lavoro per aziende perché ci sono una serie di vincoli in termini di accessibilità, leggibilità e della piattaforma che si usa. Un cerchio è una forma complicata da usare per la visualizzazione standard dei dati, dove devi aggiungere etichette, numeri, titoli, ecc. Le copertine degli album erano una buona opportunità per fare semplicemente quello che mi piace fare. Ma ora, mi trovo un po’ bloccata in questa forma circolare, quindi sto cercando di uscirne, verso qualcosa di diverso. Mi piace lasciar fluire il tutto e far sì che la musica mi ispiri.

Pubblicazione dell’album “Path Integral IV” di Sum Over Histories. Una copertina da 12″ fornisce una superficie più grande per l’artwork scenografico, permettendo ai piccoli dettagli di essere stampati in modo nitido. Progettato da Tiziana Alocci.

Sean: Quel momento tra – stai uscendo per una corsa, stai ascoltando la traccia per trovare l’ispirazione. E poi sei in quello spazio e inizi a manipolare i dati per cercare di sviluppare il design, lo trovo davvero affascinante. Voglio dire, quanto è l’input che ci metti tu, rispetto a quanto invece che deriva dall’affidarsi al software o ai dati? Quanto c’è di te in quel processo, quanto stai girando e rigirando i dati per creare la grafica? C’è molto mistero per me tra la fase di ispirazione e poi il lavoro con i dati per arrivare a una sorta di design. Immagino che tu abbia molto controllo in quell’interazione.

Tiziana: Sì, è una fase davvero mistica, che non posso davvero descrivere, perché è forse solo un momento in cui sono ispirata da qualcosa che vedo molto velocemente in giro per la stanza o mentre sono fuori. Quindi è un momento molto strano e bizzarro.

Sean: Musica, giusto? Voglio dire che parti dalla musica e non da qualche altro elemento per la progettazione. Penso sia fantastico. Credo che la bellezza di tutto questo sia che inizi con l’essere ispirato dalla musica.

Tiziana: Sì, sempre, sempre la musica ha un enorme potere evocativo. Questo è il tipo di emozione che cerco di provocare quando traspongo il suono in qualcosa di visivo. Sicuramente c’è un’interpretazione personale – una serie di decisioni personali di design – ma tutto è supportato da dati. Questo è il modo in cui il mio cervello è programmato. Non potrei mai fare un’opera completamente astratta. Ho bisogno di avere una struttura. Ho bisogno di avere numeri e informazioni analitiche e numeriche per iniziare a creare una struttura visiva. E una volta che ho la struttura, lo scheletro, posso applicare tutto il mio pensiero e le mie idee di design e la mia creatività, ma ho davvero bisogno di avere una spina dorsale prima.

Astrazione vs. arte figurativa per le copertine degli album

Carni: Una cosa che tutti i nostri lavori hanno in comune è l’astrazione. Voglio guardare indietro alle origini dell’arte astratta nella metà del XX secolo. C’è stato un periodo in cui gli artisti non erano più interessati al figurativo, non erano più interessati a rappresentare il mondo reale. Erano interessati a un mondo puro di forma visiva, e cercavano di evocare i sentimenti di chi fruiva l’opera con gli elementi formali di colore, linea, struttura e forma. Forse stiamo tutti prendendo in prestito da quell’approccio nel lavoro che facciamo, consciamente o inconsciamente. Perché l’astrazione è un terreno così fertile per gli artwork degli album?

Sean: In un certo senso coinvolge chi ascolta in termini che non sono così prestabiliti. Genera una collaborazione tra artisti e ascoltatore. Creando un pacchetto coeso di immagini e musica, dai all’ascoltatore gli strumenti per guidarlo in un viaggio. L’astrazione apre più spazio all’interpretazione da parte di chi ascolta.

Tiziana: Sì, sono d’accordo. Chiunque può vedere qualsiasi cosa all’interno della stessa canzone. In uno spettro di rappresentazione visiva dove abbiamo la realtà da una parte e l’astrazione dall’altra, la musica si presta all’astrazione. Una canzone che mi rende molto triste potrebbe essere una canzone da matrimonio per qualcun altro. Cerco di mantenere il design il più astratto possibile in modo che molte persone possano riconoscersi in esso. La gente mi ha detto “questo sembra l’esplosione di una supernova” o “questo sembra un buco nero” o un fiore o anche “questo sembra una bocca che manda un bacio”. Mi piace l’idea di lasciare gli artwork astratti in modo che il maggior numero di persone possibile possa vederci qualcosa.

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Dopo aver parlato con Tiziana e Sean, rimango convinto che visualizzare la musica stessa sia un metodo ricco e poco utilizzato per generare l’artwork di un album. Sia che si parta da un punto di pura intuizione e astrazione, come Sean e il designer Nick, o che si lavori con i dati grezzi delle stesse onde sonore come Tiziana, è un metodo di fare arte che può creare risultati sorprendenti e magici.

Sebbene tutti e tre usiamo strumenti, tecniche e approcci diversi, abbiamo avuto la stessa difficoltà nel cercare di quantificare il non quantificabile: perché alcuni colori, modelli o forme si abbinano perfettamente a un certo pezzo di musica, e come facevamo a sapere quando eravamo arrivati a quell’abbinamento perfetto di musica e immagini? Forse non è qualcosa che può essere ridotto a una ricetta, un tutorial. Forse è meglio che alcune cose rimangano un mistero.

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Carni Klirs è un designer e musicista di Washington. È Lead Data Visualization Designer & Associate Creative Director di Graphicacy, dove crea applicazioni interattive e basate sui dati per le organizzazioni.