Hanno 1 possibilità su 3 di cambiare sede di lavoro da un anno all’altro. Per il 77% il ruolo è ricoperto da donne. Del 70% che ha un contratto a tempo indeterminato, 1 su 6 ha più di 60 anni, e solo 1 su 100 ha meno di 30 anni.
Di chi stiamo parlando? Dei docenti della scuola media italiana, ritratti dal Rapporto scuola media 2021 pubblicato da Fondazione Agnelli a fine settembre.

La domanda di ricerca da cui la Fondazione è partita è stata quella di delineare la situazione della scuola secondaria di primo grado (abbreviata in scuola media) in Italia, analizzando i due principali soggetti che la abitano: docenti e studenti*.

Sotto il profilo demografico e professionale dei docenti sono stati presi in esame: il livello di precarietà dei ruoli, il loro status a livello sociale e il grado di motivazione e preparazione autopercepito (basati sulle indagini TALIS – Teaching and Learning International Survey – e sui dati del Ministero dell’Istruzione). Si sono anche analizzate le modalità di insegnamento, rilevate da un progetto di ricerca della Fondazione in collaborazione con INVALSI, e lo stato di valorizzazione economica e di carriera a partire dagli ultimi dati di Education at a Glance dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development).

Grafico che mostra l’età dei docenti di ruolo nella scuola secondaria di I grado mettendo a confronto gli a.s. 2010-11 e 2020-21.

Allo stesso modo, è a centro della ricerca lo stato di benessere personale e degli apprendimenti degli studenti. Grazie agli open data forniti dalla piattaforma INVALSI e ai dati internazionali TIMSS (Trends in International Mathematics and Science Study), sono stati analizzati gli effetti sugli apprendimenti del passaggio dalla scuola primaria a alla medi e come questo incida su divari e disuguaglianze di genere, territoriali e di provenienza socio-culturale. Lo stato emotivo e relazionale dei ragazzi rispetto alla vita scolastica è stato invece valutato grazie all’indagine internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), che dal 1983 viene svolta in collaborazione con l’ufficio europeo dell’OMS.

Queste sono solo alcune delle fonti e delle evidenze usate per realizzare il rapporto, che mostra una situazione, quando non simile, peggiorata rispetto allo stesso rapporto risalente al 2011.
Per questa nuova edizione, Fondazione Agnelli ha chiesto a Dataninja di seguire il design e lo sviluppo di un progetto integrato in più formati: la versione interattiva online, quella statica scaricabile in PDF e l’intera immagine coordinata.

Abbiamo chiesto alla ricercatrice di Fondazione Agnelli Barbara Romano cosa ha spinto il loro team a investire in questo cambio di formato, passando dalla pubblicazione per LaTerza del rapporto 2011, al formato digitale:Rispetto al formato cartaceo, volevamo aumentare la diffusione di questo prodotto, raggiungere un pubblico molto più vasto. Non vogliamo più parlare solo ai ricercatori che si occupano di scuola o ai dirigenti che sono sensibili a questi temi. Vogliamo riuscire ad arrivare a tutti quegli insegnanti anche solo in 15-20 minuti del loro tempo possono avere uno spaccato della situazione attuale. E ci piacerebbe che questi risultati arrivino anche alle famiglie, che sono un soggetto importante delle nostre scuole e devono essere informate sulla situazione. Poi naturalmente, chiunque ha voglia, può andare ad approfondire con il rapporto completo in PDF.

Ciò che ci ha spinto a chiedere a voi di supportarci nel presentare i risultati della nostra ricerca è stata la forza delle data visualization. È stata una grande soddisfazione poter vedere i dati trasformati in formati immediatamente intellegibili. Abbiamo ricevuto moltissimi feedback positivi anche da chi sta consultando il Rapporto in questi giorni. Vedere in maniera interattiva ad esempio il calo negli apprendimenti che si verifica dopo il passaggio dalla primaria alla secondaria, rende concreti e comprensibili questi dati anche per chi non è abituato a leggerli.

Grafico interattivo che mostra il calo degli apprendimenti in matematica dopo il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria di I grado in diversi Stati, a confronto con la media OCSE.

L’obiettivo che si è proposta la Fondazione con questa ricerca è quello di formulare nuove proposte per ripensare la scuola media italiana. “Ciò che manca è la valutazione delle strategie esistenti, della progettazione di policy e del loro effettivo funzionamento a partire da evidenze” precisa Romano. Per questo speriamo di continuare a presentare questo progetto e ad usarlo come punto di partenza per progettare insieme una nuova scuola media, che stimoli l’orientamento degli adolescenti e li faccia sperare in un futuro migliore.

* Scegliamo di usare la forma del maschile neutro al plurale, pur includendo l’intero spettro di genere delle persone a cui ci riferiamo di volta in volta.