Questo articolo è stato scritto per Nightingale da Melanie Mazanec.

Nota dell’autrice: in questo articolo ho scelto di seguire il linguaggio dell’attivismo per i diritti delle persone disabili usando l’identity-first language piuttosto che il person-first language (anche in italiano useremo “persone disabili” anziché “persone con disabilità”, n.d.t.)
In un canale Slack di Data Visualization Society, #dvs-topics-in-data-viz, i nostri membri affrontano questioni e problemi che riguardano il campo della visualizzazione di dati. I temi di discussione ruotano ogni due settimane, e sebbene gli argomenti variano ognuno sfida i nostri membri a riflettere in modo approfondito e olistico sulle domande che interessano le dataviz. Alla fine di ogni confronto, chi modera riassume alcuni degli approfondimenti e delle osservazioni in un post su Nightingale. Puoi trovare tutte le altre discussioni
qui.

Cos’è l’accessibilità web?

Quando parlo di accessibilità web con chi non ha mai sentito questo termine, spesso pensa che io stia parlando di infrastrutture fisiche come la banda larga in zone rurali o laboratori di computer nelle biblioteche pubbliche. Se chi mi ascolta lavora in ambito tecnologico, potrebbe capire invece che sto parlando di infrastrutture digitali, come la velocità della rete, il payload, l’essere mobile friendly e la compatibilità con vecchi browser. L’accessibilità, in un senso ampio di equità e inclusione digitale, può comprendere tutte queste cose.

L’accessibilità web è parte dell’inclusività digitale. Si riferisce nello specifico a come browser, siti, app e altre infrastrutture digitali possono essere usate da persone con disabilità uditive, cognitive, neurologiche, fisiche, linguistiche e visive. Le linee guida per l’accessibilità dei contenuti web (WCAG) del World Wide Web Consortium (W3C) forniscono precisi standard. Questi aiutano gli sviluppatori a creare applicazioni che siano usabili da ogni utente: leggere informazioni, intuire funzionalità, usare i comandi dell’interfaccia, capire il contenuto e usare i dispositivi di loro scelta per interagire con l’applicazione.

Se non hai mai sentito prima il termine “accessibilità web” e ti scoraggia dover imparare una cosa nuova, non temere! Ci sono così tante risorse online sull’accessibilità che non potrò mai citarle tutte. Ho elencato alcune delle mie preferite qui su GitHub.

Sviluppare seguendo gli standard delle WCAG è un ottimo inizio. Ma affidarsi al rispetto delle linee guida per rendere la tua applicazione usabile per chiunque è come affidarsi a un correttore automatico per capire se hai scritto un buon articolo. Così, uno strumento automatico come axe può dire se hai incluso testo alternativo per le immagini, ma non può dire se queste hanno davvero senso. Solo test di usabilità e l’affidarsi alle esperienze vissute in prima persona possono dire se ciò che stai creando ha senso per utenti disabili.

Gli standard di accessibilità nelle dataviz

Le linee guida per l’accessibilità dei contenuti web sono limitate e non si riferiscono direttamente alle data visualization, se non citando i grafici come esempi di elementi che, come le immagini, richiedono un testo alternativo. I tutorial del W3C raccomandano un breve testo alternativo e una lunga descrizione, che nel loro esempio è una tabella.

Anche se gli standard dicono poco su questo argomento, noi della Data Visualization Society spesso non riusciamo nemmeno a soddisfare questi requisiti – specialmente per quanto riguarda le dashboard. Mentre i grafici contenuti in report o articoli sono corredati da lunghe descrizioni, gli strumenti di business intelligence semplificano la creazione di visualizzazioni senza didascalie o caselle. Non considerando tutti gli utenti quando creiamo dashboard, che sono solitamente per addetti ai lavori, rischiamo di creare flussi di lavoro che richiedono l’uso di strumenti non accessibili, precludendo alle aziende la possibilità di assumere dipendenti disabili.

Mentre gli standard non sono chiari riguardo i dettagli di grafici e mappe, si occupano invece di alcune strategie che usiamo per comunicare con i dati:

  • Colore (1.4.1, 1.4.3, 1.4.11): usa colori con alto contrasto e considera quali altri elementi visivi (come i pattern) possono differenziare le variabili. Diversi strumenti automatici possono aiutare a individuare i contrasti cromatici. Puoi usare un’estensione per browser come Colorblinding per controllare il tuo lavoro.
  • Interazione (2.1, 1.4.13, 2.4.3): gli utenti dovrebbero poter fare con la tastiera qualsiasi cosa che possono fare col mouse. Per le dataviz questo include, ad esempio, le didascalie in sovraimpressione o un filtro di ricerca attivato con un click. Se un utente naviga la tua dataviz con una tastiera, deve poterlo fare in un modo intuitivo. Gli utenti dovrebbero poter uscire da queste interazioni senza rimanere in un loop.
  • Animazione (1.2, 2.2, 2.3): fornisci alternative per contenuti sequenziali nel tempo. Non usare immagini intermittenti. Gli utenti dovrebbero avere il controllo sulla velocità delle animazioni.

La mia esperienza professionale come sviluppatrice front-end e il mio amore per i documenti data-driven (d3), mi dicono che abbiamo le capacità tecniche per molto più che un semplice testo alternativo.

I tentativi di andare oltre

I grafici interattivi realizzati con grafiche vettoriali scalabili (SVG) possono supportare caratteristiche come la navigazione da tastiera e le etichette per screenreader. Alcune persone (come Léonie Watson) e librerie software (come Semiotic e Highcharts) hanno iniziato ad andare oltre gli standard per sperimentare con le interazioni da tastiera e le etichette WAI-ARIA. Membri della comunità W3C hanno iniziato ad abbozzare una lista di raccomandazioni e standard per l’accessibilità degli SVG.

Altri sviluppatori hanno lavorato in un altro senso: il suono. Questo offre la possibilità a persone ipovedenti e non vedenti di “capire subito il trend e le informazioni generali” di una dataviz. Due grandi esempi sono un’estensione per browser di sviluppatori SAS che sonifica grafici SAS, e TwoTone.io, una piattaforma di sonification creata da Datavized.

Lo sconosciuto

Grafici a barre, a torta e a linee sono i più facili da ricreare in tabelle che possono accompagnarli come testi alternativi. Anche la navigazione da tastiera può permettere di seguire lo stesso ordine, da sinistra a destra o da destra a sinistra della pagina. È facile anche tradurre valori numerici in frequenze (ma è più complicato farlo per tonalità e altezza!).

Diagrammi ad albero e diagrammi di rete rompono questi pattern. Nei casi che richiedono la visualizzazione di una rete, spesso non c’è un ovvio punto di partenza. E anche se ci fosse, quale sarebbe il senso corretto per passare da un nodo ad un altro? Come possiamo creare questi grafici in modo da far percepire a una persona cieca – con la stessa immediatezza con cui una persona vedente guarderebbe un grafico troppo affollato – quale area del grafico è la più interessante? Qual è l’ordine corretto per leggere una gerarchia con una tastiera?

Come procedere?

Quando ho co-moderato un dibattito sull’accessibilità web nel canale Slack della Data Visualization Society nel 2019, ho riscontrato che molte persone desideravano essere certe che chiunque potesse interagire con i loro lavori, ma erano ostacolate dalla mancanza di guide ufficiali. Un set di standard, o almeno i risultati di ricerche sull’usabilità pubblicamente condivise, potrebbero aiutare la comunità delle dataviz a mettere in pratica l’inclusione digitale. In cambio si potrebbe rendere più equa la comunicazione di elezioni, economia, cybersecurity, scienza (includendo le storie sul coronavirus!) educazione e tutto ciò che gli esseri umani cercano di misurare.

Il Covid-19 ha spostato più che mai le nostre vite online. Ora che lavoro, spesa, educazione pubblica, assemblee comunali, funerali, matrimoni e compleanni possono essere svolti via internet, spero che possiamo finalmente ammettere che internet è diventato un prerequisito per una piena ed equa partecipazione a democrazia, economia e società.
Visto che stiamo già sostituendo gli spazi fisici con quelli digitali, facciamolo accertandoci che il mondo che stiamo creando online sia accessibile a chiunque.