Tra i nostri studenti la domanda che ci capita di sentire più spesso (seconda forse solo a “cosa sono le tabelle pivot”) è come trovare le fonti adatte per i propri lavori con i dati. Può sembrare paradossale, visto il costante moltiplicarsi di portali open data, eppure è proprio questo lo scoglio più grande. Le idee ci sono, le competenze tecniche si imparano…ma se mancano i dati può essere difficile riuscire a concretizzare. “Dove trovo i dati che mi servono?” ci viene chiesto così spesso che abbiamo dedicato un webinar intero all’argomento, oltre a due precedenti articoli del magazine, focalizzati sui portali open data e le richieste FOIA.
In questo nostro terzo articolo al riguardo non parleremo di una tipologia di fonti dati precisa, come il portale open data, o di una tecnica, come può essere lo scraping, ma di una tematica: i dati di genere. Se ci segui, sai che questo è un argomento che ci è caro: l’anno scorso abbiamo parlato di data feminism e counter data, e di “la disparità di genere, spiegata con i dati (che non ci sono)”. Quest’anno allora proviamo a essere un po’ più positive, andando a mappare i dati che invece ci sono.
CONTENUTI
- Un po’ di definizioni: gender data e gender data gap
- Dove trovare gender data sanitari
- Dove trovare gender data su scala europea
- Dove trovare gender data su scala mondiale
- Progetti di raccolta dati dal basso
Un po’ di definizioni
GENDER DATA
I gender data, sintetizzando la definizione usata dall’Ufficio di Statistica del’ONU, sono dati che:
- sono raccolti presentati disaggregati per sesso, e questa disaggregazione è la classificazione primaria nelle varie dimensioni considerate.
- si occupano di una questione di genere.
- si basano su concetti, definizioni e classificazioni che riflettono adeguatamente la diversità dei generi.
- sono stati composti attraverso metodi di raccolta che tengono conto di stereotipi e fattori sociali e culturali che possono indurre pregiudizi di genere nei dati.
GENDER DATA GAP
I gender data gap sono i “buchi” che ci sono rispetto a una raccolta di gender data. In un mondo ideale, tutte le principali problematiche dovrebbero poter essere analizzate con uno sguardo di genere, attraverso appunto i gender data. Se in una tematica fondamentale mancano gender data, allora si parla di un gender data gap. Per esempio, se come Stato decido che è prioritario garantire un accesso equo al mondo del lavoro, ma poi non ho dati sulla distribuzione del carico domestico, sulla partecipazione femminile al mercato lavorativo o sulla presenza e accesso agli asili nidi: beh, questo è un data gap importante che può vanificare qualsiasi sforzo verso l’obiettivo.

Per approfondire la questione dei gender data e gender data gap, consiglio fortemente il sito del progetto data2x, una partnership ospitata presso l’ONU proprio per occuparsi di questo. In particolar modo, per contestualizzare il problema, può essere utile la pagina Where are the gender data gaps e il ricchissimo Centro Risorse.
Dove trovare gender data sanitari
Dopo più di un anno di pandemia, finalmente si è iniziato a parlare dell’importanza dei dati disaggregati per genere. È successo soprattutto con i vaccini, quando ci si è accorti che parlare di rischio in maniera aggregata nascondeva dinamiche di genere importanti, come il fatto che le trombosi anomale sembravano colpire soprattutto persone di sesso femminile e giovani – anche se il legame con il vaccino non è ancora stato confermato. Queste notizie hanno fatto entrare nel dibattito pubblico un tema altrimenti di nicchia, quello del gender data gap nel campo dei farmaci: i vaccini sono stati testati tenendo conto dei maggiori rischi di trombosi per le donne, e in particolare per le donne che usano contraccettivi ormonali, che in genere aumentano il rischio di trombosi? Indipendentemente dai risultati sul legame tra vaccini e trombosi – che comunque è di un tipo diverso da quella legata alla pillola, la quale pare non essere un fattore di rischio per i vaccini – è interessante vedere come ciò abbia aumentato l’attenzione sui dati di genere e le statistiche disaggregate. Queste sono un nodo fondamentale non solo per capire le dinamiche d’infezione e mortalità, ma anche per rispondervi efficacemente.
In questo campo, è utilissimo il lavoro di Global Health 5050, un’iniziativa che si occupa di studiare i dati sulla salute globale con un’ottica di genere – e di richiedere che ciò diventi la prassi alla base di qualsiasi decisione in campo di sanità pubblica.
Global Health 5050 cura il The Sex, Gender and COVID-19 Project, utilizzato anche in ricerche scientifiche peer-review, che raccoglie e studia i dati su:
- come le differenze biologiche o le diverse identità di genere incidano sulle dinamiche di contagio, malattia o mortalità legate alla pandemia [il data tracker: The COVID-19 Sex-Disaggregated Data Tracker]
- quali governi pubblicano statistiche disaggregate per sesso o per genere [il data tracker: The COVID-19 Sex-Disaggregated Data Tracker]
- l’uso (o non uso) che i governi fanno dei dati di genere per programmare la risposta alla pandemia e le politiche sanitarie pubbliche e risposta [il portale: The Sex, Gender and COVID-19 Health Policy Portal]

Entrambi i progetti, sia il Data Tracker che il Policy Portal, permettono di esplorare (e scaricare) i dati per nazione, anche per l’Italia.
Global health 5050 non si occupa però solo di COVID-19, ma cura anche dei report annuali e un indice di parità sanitaria che sono anch’essi delle interessanti fonti dati.
Dove trovare gender data su scala europea
Se vuoi accedere a gender su scala europea, troverai utilissimo il Gender Statistics Database, dell’EIGE (European Institute for gender equality). Il portale contiene dati e indicatori su moltissime tematiche rilevanti, che vanno dal lavoro all’educazione, dalla sanità ai diritti riproduttivi, dalla violenza di genere alla rappresentazione femminile nei luoghi decisionali.
Questo portale europeo è fantastico non solo per i dati, ma anche per i documenti che ti aiutano a contestualizzare i temi trattati e le strategie UE al riguardo.

Dove trovare gender data su scala mondiale
Per trovare dati su scala mondiale ci si può rivolgere ai portali istituzionali, per esempio quello dell’ONU, dell’OCSE o della Banca Mondiale, dedicati al tema.
La sezione Gender Data Portal, del sito della Banca Mondiale, contiene moltissime risorse che possono aiutarti nella ricerca:
- Un elenco di dataset della Banca Mondiale con dati disaggregati per genere;
- Una lista con circa 30 siti esterni a cui accedere per trovare dati di genere, come: WomenStats Database, Survey on Gender Equality at Home, un database mondiale sulla rappresentanza di genere in politica, un progetto dedicato al mondo del lavoro, un database FAO sul tema del diritto fondiario letto attraverso un’ottica di genere…e molto altro.
- Una selezione di istituti nazionali di statistica che hanno una sezione dedicata ai dati di genere. Spoiler: l’ISTAT non c’è.
- Una serie di risorse e materiale informativo per lavorare e fare comunicazione con senso critico sui dati di genere.
L’ONU contribuisce una serie di dataset, risorse e progetti legati al gender gap e gender data gap. Le sue varie agenzie, dalla FAO all’UNESCO hanno dataset chiave disaggregati per genere, relativi alle tematiche di cui si occupano. Esiste poi UN Women Count, che si occupa di produrre, studiare e richiedere dati che permettano di monitorare l’implementazione dei Sustainable Development Goals (SDGs) anche attraverso dati di genere.
L’OCSE, infine, ha un OECD Gender Data Portal che presenta in un’unica risorsa tutti i vari dataset sulla disparità di genere, curati dall’OCSE – quindi soprattutto su tematiche legate allo sviluppo, in senso largo.
Progetti di raccolta dati dal basso
Oltre ai progetti istituzionali però sono moltissime le iniziative dal basso per provare a coprire gender data gap importanti. Questi lavori magari non conterranno dati comparabili con quelli raccolti da grandi attori per quantità o metodologia, ma sono preziosissimi sia per il fatto di occuparsi di tematiche su cui altrimenti non ci sarebbero dati, che per l’aspetto partecipativo, di coinvolgimento di individui e comunità attorno ai gender data. In Italia, c’è per esempio Obiezione respinta, che vuole riuscire a ottenere dei numeri di massima sulla presenza di medici e farmacisti obiettori di coscienza, o l’associazione Toponomastica Femminile che mappa il divario di genere nei nomi di strade e spazi pubblici. A livello di advocacy, è nato quest’anno il think thank Period, con la campagna #datipercontare, che chiede dati disaggregati per genere, dati utili a monitorare questioni di genere, e la valutazione dell’impatto di genere come strumento nella definizione delle politiche pubbliche.
