Quando scarichi i dati da un portale statistico, come l’ISTAT, è facile lasciarsi prendere dall’emozione per averli trovati facilmente, dimenticando invece di interrogarsi sul perché questi dati esistono e sul loro valore politico. Prendiamo i dati del censimento, il decennale “conteggio della popolazione”. Un dataset abbastanza neutro, a prima vista. Che ci può essere di politico e controverso in un censimento? Qualche indizio sulle dinamiche di potere nascoste dietro questo strumento si poteva però già intravedere leggendo la Bibbia.

“Satana insorse contro Israele. Egli spinse Davide a censire gli Israeliti.”

(1Cr 21,1)

Veniamo ai tempi moderni. Ne abbiamo parlato più volte, come nel nostro articolo sul data feminism: chi viene contato…conta. La questione si ripresenta nel censimento, in cui la scelta di quali persone contare non è neutra, ma ha un valore politico. A lungo i censimenti non hanno riguardato tutta la popolazione residente, ma solo le categorie ritenute più importanti socialmente, in base al contesto storico, come uomini in età militare, aristocratici, proprietari terrieri o cittadini – categorie che storicamente hanno quindi escluso minori, donne, schiavi, stranieri, poveri e altri “invisibili”. In fondo, i primi censimenti erano utili ad organizzare la leva militare, riscuotere le tasse, o distribuire il potere. Sarebbe stato inutilmente costoso mettersi a contare anche chi, in questi termini, non contava. Tuttora il censimento serve per gestire le risorse statali: nell’allocazione di quote di rappresentanza democratica alla distribuzione di risorse e fondi pubblici al territorio. E nei censimenti più recenti, chi conta e chi rimane invisibile?

Chi è escluso dal censimento

Il censimento statunitense conteggia in teoria ogni residente: è richiesto dalla Costituzione, che lo menziona già dalla sesta riga, ed è un dovere rispondere alla chiamata. Nella pratica però non è così: il valore totale della popolazione generale è accurato, ma è risaputo che ci siano comunità specifiche sistematicamente sottostimate. Il Census Bureau stesso riconosce la presenza di “popolazioni difficili da contare”.

Le popolazioni difficili da contare devono affrontare problemi fisici, economici, barriere sociali e culturali per partecipare al censimento e richiedono un’attenta considerazione come parte di a strategia di comunicazione di successo

Developing an Integrated Communications Strategy (2016)

Uno studio del 2019 ha stimato la percentuale di persone non contate, confrontando i numeri per categorie come età, genere o etnia. Le persone nere e/o ispaniche hanno tassi di sottostima maggiori rispetto a persone bianche non ispaniche. I bambini di età 0-4 anni hanno la percentuale di sottostima più elevata rispetto a tutte le altri classi di età. Disaggregando questo dato ci si accorge poi che i minori 0-4 appartenenti a famiglie nere o ispaniche hanno una percentuale di sottostima che è +50% rispetto a quella totale 0-4.

L’ impatto dei dati del censimento

Se i dati del censimento non sono neutri nella fase di raccolta, è chiaro che non saranno neutre, bensì politiche, anche le conseguenze delle decisioni prese sulla base di questi dati. Ne abbiamo avuto una dimostrazione l’ultima settimana, quando sono usciti i risultati del censimento americano. Sulla base dei nuovi conteggi della popolazione, il Texas – uno degli stati repubblicani per eccellenza – ha ottenuto nuovi seggi al congresso e due voti aggiuntivi nel collegio elettorale. La Florida, altro stato repubblicano, ha guadagnato un voto nel collegio elettorale. Di contro, California e New York, che generalmente invece hanno votano per il partito democratico, hanno perso un voto nel collegio elettorale ciascuno. In particolare, allo stato di New York sarebbero bastate solo 89 persone nel censimento per non perderci da questa redistribuzione dei posti del futuro congresso.

Come sarebbero andate le elezioni presidenziali del 2020 se si fosse votato con un collegio elettorale composto come quello previsto a seguito del nuovo censimento? Biden avrebbe vinto lo stesso, anche se con un margine inferiore. FONTE: Here’s How The 1st 2020 Census Results Changed Electoral College, House Seats • NPR

Questo risultato è arrivato dopo una controversa campagna di censimento nel 2020, il cui lavoro è stato più volte ostacolato da Trump, e dopo una serie di crescenti critiche contro la pratica del “gerry-mandering”, usata in maniera aggressiva proprio in stati come Texas e Florida per favorire i repubblicani. [Sulle interferenze di Trump per minare la partecipazione al censimento, soprattutto delle comunità immigrate, consiglio questa sintesi scritta a ottobre 2020.]

Le conseguenze del censimento non riguardano solo i diritti civili, come il peso del voto individuale e la rappresentanza democratica, ma anche erogazione delle risorse a livello locale. La distribuzione della popolazione conteggiata nel censimento determina come vengono assegnati i fondi federali agli Stati, molti dei quali servono a supportare soprattutto bambini e comunità fragili.

La tabella, sulla base dei dati 2017, mostra i programmi finanziati i fondi federali che il governo USA passa ai singoli stati e che vengono distribuiti sulla base della popolazione censita. FONTE: O’Hare W.P. (2019) The Importance of Census Accuracy: Uses of Census Data. In: Differential Undercounts in the U.S. Census. SpringerBriefs in Population Studies. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-030-10973-8_2

I dati del censimento servono inoltre a progettare infrastrutture e servizi, per esempio sul dove posizionare le scuole pubbliche e quanti posti prevedere per servire tutta la comunità. 

Per tutti questi motivi, avere visibilità nel censimento vuol dire avere potere, avere accesso ai diritti civili sanciti dalla costituzione e beneficiare di risorse e servizi pubblici (approfondisci qui). Di tutto ciò non puoi godere appieno, invece, se fai parte di una comunità in cui la popolazione residente si discosta molto da quella censita.