È difficile fare un “best of” delle migliori data visualization uscite nel 2020. È stato un anno ricco di dati come pochi prima d’ora e la qualità del dibattito attorno alla lettura e visualizzazione dei dati è stata davvero alta. In questi dodici mesi sono diventati mainstream temi prima di nicchia.
L’epidemia di COVID-19 ci ha portato a riflettere su come comunicare l’incertezza e parzialità dei dati; su come rendere accessibile, attraverso un linguaggio visivo, complessi concetti matematici; e sull’importanza di avere dati aperti.
Il movimento Black Lives Matter ha occupato le strade statunitensi e di tutto il mondo, ma anche le piazze digitali, accendendo un faro sull’importanza del “contare” e del “contare bene”, e di come i (counter)data possano far emergere con chiarezza le diseguaglianze e sostenere così le lotte sociali.
Le elezioni negli Stati Uniti infine ci hanno regalato una diversità di strategie visive per comunicare i dati senza precedenti, in cui hanno trovato posto i temi più caldi interni alla comunità data viz, quali la comunicazione delle probabilità o la capacità fuorviante delle mappe.
È difficile dunque scegliere quali siano le migliori data visualization in un anno in cui le eccellenze hanno abbondato. Per questo, abbiamo scelto un approccio più personale per la nostra “Dataninja Best of”. Ecco quindi la classifica delle sette data visualization preferite da ciascuna persona parte del team Dataninja, e perchè.
Alessandro Rizzo, graphic designer
🏆 Data viz 2020 preferita: Reuters • How powerful was the Beirut blast?

La visualizzazione che ho scelto è quella realizzata Marco Hernandez e Simon Scarr per comunicare l’enorme potenza dell’esplosione al porto di Beirut.
L’ho scelta perchè ha la particolarità di essere molto chiara a livello comunicativo (visibile perfettamente da dispositivi mobili) soprattutto per utenti non abituati alla lettura di data visualization più complesse, fornendo una chiara comparazione con altri eventi esplosivi. Per questo motivo, nella rappresentazione si agisce proporzionalmente sulla grandezza della rappresentazione grafica rispetto alla potenza distruttiva di ogni singolo evento.
Alessio Cimarelli, CTO
🏆 Data viz 2020 preferita: Nature • Ranking the effectiveness of worldwide COVID-19 government interventions

Segnalo il grafico di un articolo pubblicato su Nature che tenta di quantificare l’impatto delle misure di contenimento della pandemia, un gran lavoro anche se dai risultati non evidentissimi a causa dei limiti degli apparati nazionali di raccolta dati, il tutto riassunto in una sola immagine.
Alice Corona, docente e creatrice contenuti
🏆 Data viz 2020 preferita: Matt Korostoff • Wealth, shown to scale

Ho scelto la visualizzazione di Matt Korostoff, in cui si mostra il rapporto tra diversi valori di ricchezza attraverso l’analogia 1 pixel = $1,000, perché la trovo straordinariamente efficace a livello comunicativo. Ti ritrovi a compiere un’azione abbastanza noiosa, come scrollare per 10 minuti buoni, rimanendo però con il fiato sospeso, un po’ per la sorpresa e un po’ per il senso di ingiustizia.
La visualizzazione mi piace non perché sia particolarmente curata a livello di font o colori, ma perché ci aiuta a provare a “immaginare l’immaginabile”, cioè quanto sono ricchi i più ricchi miliardari americani, in un preciso momento storico in cui riuscire a immaginare quest’immaginabile è un tassello fondamentale nel dibattito pubblico su come costruire un mondo socialmente più giusto. In breve, l’ho scelta perché è un chiaro esempio di come la comprensione dei dati sia linfa vitale per il dibattito democratico.
PS. Giacomo Ortona ha realizzato anche una la versione sui miliardari italiani.
Andrea Nelson Mauro, special projects
🏆 Data viz 2020 preferita: Studenti del master di giornalismo di bologna 2020 • Inchiesta Beni Confiscati Modena
Io scelgo una data visualization realizzata interamente da tre studenti del master di giornalismo di Bologna, cui ho fatto una docenza.
Mi piace per le visualizzazioni fatte a mano e lo sketch ripreso a video, che rende visibile il processo generativo. Ho apprezzato questo lavoro perché dimostra che per fare una buona visualizzazione non è per forza necessario un software, ma può si possono realizzare anche senza strumenti digitali.
Donata Columbro, la preside
🏆 Data viz 2020 preferita: Washington Post • These simulations show how to flatten the coronavirus growth curve

Sì, mi piace vincere facile. Ho scelto una visualizzazione che è impossibile da dimenticare e che probabilmente finirà in tutte le classifiche di fine anno come quella che stiamo pubblicando qui. Il lavoro del Washington Post che simula la diffusione di un virus come il Sars-cov-19 è memorabile perché spiega la complessità di un’epidemia con un design senza fronzoli e soprattutto senza (tanti) numeri. C’è un riquadro animato con dei pallini che rappresentano gli esseri umani e sopra una curva che mostra la velocità di diffusione del virus in una città grande come Whittier, in Alaska (205 abitanti). Nei riquadri successivi la stessa popolazione viene sottoposta a una quarantena forzata, la curva cambia la sua velocità e non raggiunge mai “il tetto”, che corrisponde al limite del sistema sanitario.
Applicando in modo avanzato o moderato il distanziamento la crescita è ancora più lenta, e l’impatto sulla popolazione minore.
Alla fine si producono quattro riquadri dove la curva dei contagi che abbiamo iniziato a conoscere (quella arancione nella rappresentazione del WP) coinvolge parti della popolazione in modo più repentino o più lento a seconda delle misure adottate.
Come #flattenthecurve, altro famoso grafico veicolato per primo dall’Economist, questa simulazione ci aiuta a comprendere l’efficacia delle misure adottate dai governi, anche se senza dati reali, ma solo simulati. È un’interattiva del 14 marzo, ma è molto utile riguardarla oggi e farci coraggio in questa seconda ondata di epidemia.
Federica Arenare, content editor
🏆 Data viz 2020 preferita: Radio Free Brooklyin • The Wall of Lies

Io ho pensato subito al Wall of Lies che hanno realizzato scrivendo le oltre 20mila affermazioni false o non verificate pronunciate da Trump durante il suo mandato, a partire dall’inchiesta del Washington Post.
Mi piace perché è una rappresentazione fisica, letteralmente un muro, di un problema sociale, finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica, e perché riguarda un evento importantissimo avvenuto quest’anno come le elezioni USA e la caduta di Trump.
Nicola Bruno, responsabile Open the Box
🏆 Data viz 2020 preferita: Reuters • A deluge of death in northern Italy

Ho scelto il lavoro di Reuters sulle morti a Bergamo e in Lombardia durante la prima ondata di COVID-19.
Quest’inchiesta mi è piaciuta perché dimostra come la buona data viz può anche emozionare. Soprattutto se si va oltre i dati ufficiali e si analizzano “thick data”, che nessuno solitamente prende in considerazione, come le pagine dei necrologi dei quotidiani.