La nostra casella di posta contiene innumerevoli messaggi che contengono questa domanda: dove trovo i dati che mi servono per iniziare il mio lavoro data driven? Ci viene chiesto così spesso che abbiamo dedicato un webinar intero all’argomento, oltre a un articolo del magazine.

In quel nostro articolo, che può essere considerato la prima puntata di questa serie sul tema, abbiamo illustrato ben 30 siti da cui scaricare open data, spesso considerati il Sacro Graal di chi lavora con i dati: sono in un formato che puoi utilizzare facilmente ( machine-readable ) e sono rilasciati con una licenza che ne permette il riutilizzo.

Purtroppo però non sempre esiste un dataset pubblicato in open data per il tuo progetto e diventa quindi indispensabile ingegnarsi per trovare fonti dati alternativi rispetto ai comodissimi portali open data. A uno di questi “modi di ingegnarsi” è dedicato questo secondo pezzo: l’accesso civico generalizzato! Inviare una richiesta di accesso civico, oltre che l’esercizio di un tuo diritto, è un’ottima fonte di dati inediti.

Esempio di open data scaricabili del portale MIUR con i dati della Scuola. I dati sono disponibili in diversi formati machine-readable (CSV, JSON … ) e rilasciati con una licenza che ne permette il libero riutilizzo (IODL)

Cos’è l’accesso civico generalizzato ai dati e il cosiddetto FOIA

Molti dati e documenti succosi, necessari per fare inchieste di interesse pubblico, non si trovano disponibili nei portali open data. È l’esempio di dati necessari a valutare il funzionamento delle nostre istituzioni, o i conflitti di interesse e la corruzione nel settore pubblico. Se ci pensi, gli enti pubblici sono finanziati con soldi pubblici e rispondono ai cittadini del loro operato: ne consegue l’intuizione che tutto ciò che producono debba essere, in genere, di dominio pubblico. È a partire da questa considerazione che l’Italia ha, da quattro anni, una legge che regola l’accesso dei cittadini alle informazioni prodotte e detenute da enti pubblici, il decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97 

In gergo, quando si parla di diritto di accesso a documenti pubblici, si parla di “FOIA”. La sigla che sta per “Freedom of Information Act”, il nome della prima legge USA, che risale addirittura al 1966, a tutela della libertà d’informazione e il diritto di accesso agli atti amministrativi.

Le leggi “FOIA”  si basano sulla convinzione che tale accesso, insieme alla trasparenza delle istituzioni pubbliche, sia un diritto civico universale. In linea con ciò, il c.d. decreto trasparenza italiano prevede l’universale accesso civico generalizzato, che supera altre tipologie più limitate di accesso agli atti – come l’accesso civico semplice o l’accesso procedimentale

“Allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione ai sensi del presente decreto, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti secondo quanto previsto dall’articolo 5-bis“.

Dlgs 25 maggio 2016, n. 97

In pratica, l’accesso civico generalizzato significa che qualsiasi cittadino o cittadina può presentare una richiesta di accesso ai dati e ai documenti detenuti dalla pubblica amministrazione e, in certi casi, anche dalle società partecipate da parte dello stato e dagli enti locali e dalle associazioni e fondazioni. La richiesta di accesso dovrà per forza ricevere una risposta entro 30 giorni che, se negativa, dovrà essere motivata esplicitamente. In teoria, tutte le richieste devono risultare nel rilascio dei documenti richiesti, a meno che non vi siano seri ostacoli (come problemi di privacy, problemi di sicurezza nazionale, richieste vaghe, richieste eccessivamente onerose, ecc.).

Come fare richieste di accesso civico

Il procedimento per fare una richiesta di accesso civico generalizzato richiede un po’ di tempo, ma non è complicato. OpenPolis ha redatto una guida completa al funzionamento del FOIA italiano. Inoltre, esistono strumenti per facilitarti il lavoro, come FOIAPop, che ti guida passo dopo passo nella generazione del documento da inviare, rendendolo ancora più facile.  

Con FOIAPop, dopo aver scelto l’ente da contattare, puoi creare la tua richiesta di accesso civico in maniera guidata.

Leggi FOIA esistono anche sul piano europeo. Il diritto di accesso agli atti è incluso nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (art. 15) e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (art. 42), ed è regolamentato con il Regolamento (CE) n. 1049/2001. Come con il FOIAPop italiano, anche in questo caso hai degli strumenti per guidarti nella richiesta, come AsktheEU. Attraverso la piattaforma puoi sia inviare le tue richieste alle istituzioni europee che leggere tutte le richieste inviate e le risposte ricevute per ciascuna.

Cosa compare cercando nel portale AsktheEU le richieste FOIA inviate alla isituzioni europee.

Il FOIA italiano non è però privo di limiti, come evidenziato dal rapporto “Ignoranza di Stato” di Diritto di Sapere. Durante il monitoraggio a cavallo tra il 2016 e il 2017, i volontari hanno inviato 800 richieste FOIA. Sette richieste su dieci non hanno ricevuto alcuna risposta nei 30 giorni previsti e un terzo delle risposte negative ricevute sono “dinieghi irregolari”, ovvero il rifiuto non rientra tra le motivazioni ammesse dal decreto.  C’è da sperare che, a tre anni dal monitoraggio, la situazione sia ora migliorata.

Quando funziona, l’accesso civico generalizzato è uno strumento gratuito e davvero potente, in grado di far emergere dati interessantissimi. Per esempio, sono il risultato del FOIA i dati su cui è basata l’inchiesta sulla copertura vaccinale in Italia, di Riccardo Saporiti per Wired, oppure il lavoro di OpenPolis sui centri di accoglienza.

Mappa della copertura vaccinale italiana, contenuta nell’inchiesta Wired “Vaccini, la mappa dell’Italia che rinuncia a proteggersi” (2017) di Riccardo Saporiti. Se ti interessa la storia dietro l’inchiesta, trovi anche l’articolo “Vaccini, come il Foia ha permesso di costruire la mappa delle coperture“.

Conclusione

L’accesso civico generalizzato è stato momentaneamente sospeso durante l’emergenza sanitaria COVID-19, ma sarà uno strumento utilissimo per giornalisti e cittadini che vogliono investigare l’operato delle istituzioni e di enti pubblici. Per chi vuole intraprendere questa strada, il Global Investigative Journalism Network ha ideato una guida ricca di spunti su che cosa chiedere attraverso il FOIA per far luce sulla gestione della pandemia: quali erano i piani di emergenza? i dati sulle scorte di attrezzature mediche? 
Se leggendo quest’articolo ti è venuta voglia di iniziare a lavorare con i dati ma non sai dove partire, puoi seguire il nostro corso Introduzione ai dati, di cui trovi alcune lezioni in anteprima gratuita.