Alla parola “dati”, subito pensi a numeri, tabelle, Excel e grafici. E invece c’è chi crea vere e proprie opere d’arte tessili con ago, filo, ferri e gomitoli di lana. Per puro piacere e per attivismo, questa comunità, sempre più numerosa, sa raccontare meglio degli scienziati fenomeni come il cambiamento climatico. Ecco cosa possiamo imparare dai “data knitters” o “data crocheters” (knit in inglese significa lavorare a maglia e crochet è l’uncinetto).
Coperte e sciarpe contro l’emergenza climatica
È anche grazie alle Warming Stripes di Ed Hawkins sull’aumento delle temperature che hanno iniziato a moltiplicarsi i progetti di data visualization per raccontare i dati sul clima attraverso strisce di diversi colori, una per anno, colorate in base alla temperatura media registrata.
Esiste persino una coperta con le temperature degli oceani.
Uno dei primi lavori di questo tipo risale in realtà a prima di Hawkins e l’ha realizzato Joan Sheldon già nel 2015, mettendo assieme i dati storici dal 1600 ai giorni nostri.

Da allora lavorare a maglia i dati dell’emergenza climatica è diventato quasi una moda, al punto che esiste il Tempestry Project (da TEMPerature & tapESTRY: temperatura & arazzo), lanciato nel 2017 come risposta all’ostilità dell’amministrazione Trump contro chi denuncia l’emergenza climatica. Il sito è un punto di riferimento per chi voglia creare manufatti di questo tipo. Fornisce i dati sulle temperature ufficiali, i colori standard da associare a ogni temperatura, schemi e istruzioni per realizzare progetti di questo tipo, e persino uno shop da cui acquistare kit completi per realizzarli da sé. Oltre al Tempestry Project globale, esistono inoltre decine di iniziative su scala locale per realizzare tempestry con dati riferiti alla propria zona.

Attivismo con ferri e lana
Lavorare a maglia o all’uncinetto è un ottimo metodo per placare anche gli stati d’ansia più profondi. Forse c’è un legame tra questo e il fatto che moltissimi oggetti di tessili data-driven sono usati per denunciare ingiustizie sociali. Uno degli esempi più d’impatto è il lavoro a maglia di Sue Montgomery, consigliera comunale a Montreal, che durante le sedute del consiglio si è messa a sferruzzare in colore rosso durante i discorsi degli uomini e in verde durante i discorsi delle consigliere donna. Il risultato parla da sé.
La sproporzione non è motivata dalla composizione del consiglio comunale, che è abbastanza paritaria (31 donne, 34 uomini) quanto, secondo Sue Montgomery, al fatto che le donne consigliere in genere organizzano i pensieri prima di parlare offrendo discorsi molto più brevi ma efficaci.
Sue Montgomery ha tratto ispirazione da un altro famoso lavoro a maglia data-driven di protesta, quello di una signora tedesca che ha realizzato una sciarpa per denunciare l’impatto dei ritardi dei treni sulla sua vita da pendolare a Monaco di Baviera. Ogni due righe della sciarpa si riferiscono a un giorno del 2018, una riga per il viaggio di andata e una per quello di ritorno. Le linee grigie indicano un ritardo inferiore ai 5 minuti, quelle rosa un ritardo tra i 5 e i 30 e quelle rosse un ritardo di oltre 30 min. La sciarpa è stata venduta su Ebay a €7.550 l’anno scorso.

Dati personali
Nonostante la prevalenza di lavori a maglia sull’attivismo, non mancano anche casi di chi usa ferri, ago e filo per raccontare dati intimi, da incastonare in oggetti per uso privato, talvolta quasi terapeutici. Per esempio, Seung Lee ha usato un’app per tenere traccia dei ritmi di sonno e veglia di suo figlio nel primo anno di vita e ha poi usato questi dati per realizzare una coperta che li visualizzasse: in questo modo si vede anche chiaramente come i ritmi si sono iniziati a regolarizzare a partire da circa metà anno.
A rimarcare un certo legame tra raccontare i dati con queste tecniche e placare le angosce esistenziali, c’è il toccante lavoro di Jane Zhang, che usa il ricamo per esplorare la sua salute mentale, in particolare l’ansia: quando avvengono gli attacchi, quanto durano e quali sono le cause scatenanti…tutto visualizzato con ago e filo. Consigliatissima la lettura del pezzo in cui racconta il processo dietro a questo suo lavoro.

Vuoi provare anche tu? Spunti per iniziare
Se vuoi iniziare a esplorare il mondo dei data knitters e ricamatori di dati, ci sono delle ottime risorse online per iniziare.
A livello di metodo, un primo punto di partenza è capire che dati si vuole visualizzare e raccoglierli. In questo post hai sicuramente trovato degli spunti, ma le opzioni sono infinite (c’è qualcuno che ha persino trasformato il codice di storici malware del computer in sciarpe!)
Una volta organizzati i dati, bisognerà definire una “legenda”, come spieghiamo anche nel corso di Data Visualization sulla Dataninja School: che colore usare per ciascun numero?
Stabilita la legenda, si passa poi a progettare lo schema da seguire: anche solo con carta e penna, stabilire il numero di righe da realizzare e il colore fare ciascuna. A questo punto, stimare la quantità di filo per ciascun colore, in base ai dati che lo richiedono, preparare tutti i materiali….e via!

Se non te la senti di iniziare subito creando un design da zero, puoi seguire questo tutorial, già completo di schema e materiali quantificati; oppure quelli del Tempestry Project, menzionato sopra. E per gli amanti del cartaceo c’è addirittura un libro, “Knit the sky”, ricco di progetti di lavoro a maglia per raccontare il mondo che ci circonda o le nostre emozioni.