Nel 1786 usavamo un grafico a barre per visualizzare i dati delle importazioni e delle esportazioni della Scozia.

Fonte: The Scottish Scoundrel Who Changed How We See Data, Atlas Obscura

Così come del 2019.

Fonte: Scotland: a trading nation, Scottish Government.

Possibile che più di 200 anni dopo la rappresentazione dei dati più diffusa sia sempre visuale e bidimensionale?

È una domanda che ha posto Ane Guerra, senior editor di Domestic Data Streamers, dal palco dell’Internet Festival a Pisa sabato scorso, dove siamo stati ospiti per un pomeriggio dedicato al tema “Giocare con i dati”. L’agenzia spagnola ha come missione quella di trasformare le righe di codice in “rime erotiche“. Perché i dati non sono solo grigi, noiosi e immobili dentro caselle di fogli di calcolo. Certo, lo sappiamo già noi che ci lavoriamo, ma raramente facciamo degli sforzi verso le persone che potrebbero essere coinvolte in modo più inclusivo rispetto a un’interazione sui social se realmente potesssero percepire sulla loro pelle, o con altri sensi, il valore di quel dato. Per esempio, la “nostra” Alice Corona, la mano e gli occhi dietro la maggior parte dei contenuti della Dataninja School, con il progetto BatJo mette a disposizione di chiunque uno strumento per sviluppare installazioni di dati e rappresentare fenomeni come il femminicidio, in questo modo.

Oppure, per l’Unicef, Domestic Data Streamers ha trasformato i risultati di una survey in canzoni personalizzate per tutti i partecipanti. A pensarci bene, la data visualization è solo uno dei mille aspetti dello storytelling sui dati.

Cosa succede nel resto del mondo data-driven

Quali sono le vere cause del riscaldamento globale? I vulcani? Il sole? L’uso del suolo? I gas serra? La risposta la conoscevamo già nel 2015, e Bloomberg ci aveva fatto una bellissima visualizzazione interattiva, che riproponiamo oggi.

Fonte: What’s Really Warming the World?, Bloomberg

E adesso impeachami questa! Ovvero, mentire con le mappe. La guerra di Trump contro i suoi avversarsi e il tentativo di impeachment si combatte a colpi di mappe. Alla notizia dell’imminente processo il presidente americano ha pubblicato un tweet con una mappa di puntini rossi che dimostrano – a suo dire – i voti degli elettori a suo sostegno. Peccato che non sia corretta. In alcuni stati del Sud-Ovest (soprattutto in New Mexico) diverse contee blu sono state ricolorate di rosso. Un ottimo articolo di YouTrend spiega perché il problema di una rappresentazione come questa riguarda soprattutto la densità della popolazione nei diversi stati americani.

Fonte: Karim Douïeb, Twitter.

Un lavoro di data journalism ha cambiato la mobilità (e la sicurezza delle strade) della città di Bergamo. Grazie gli open data del comune i giornalisti dell’Eco di Bergamo hanno visualizzato tutti gli incidenti avvenuti dal 2002 al 2018. L’Eco ha più volte analizzato i dati evidenziando gli incroci più pericolosi. In questa storia interattiva (ogni slide dura 30 secondi) sono mostrati alcuni dei casi simbolo. Grazie a questo lavoro il comune ha deciso di installare un nuovo semaforo e rendere più sicuro un angolo di strada altrimenti mortale.

Fonte: Via San Giorgio, rivoluzione sicurezza, scopri la mappa interattiva degli incidenti, Eco di Bergamo.

Save the date

22-23 ottobre: il gruppo selezionato nel percorso Data for Good, promosso da Innovazione per lo sviluppo, si incontrerà a Milano per lavorare insieme ai tutor di Dataninja per sviluppare i prototipi dei loro progetti.

24-27 ottobre: c’èl’After Festival a Bologna, dedicato alla trasformazione digitale della società contemporanea.

5 novembre: a Torino arriva l’evento Our Data Our Future organizzato da Nesta Italia.

7-10 novembre: a Varese torna il Festival Glocalnews,festival di giornalismo organizzato da Varesenews, con diversi appuntamenti dedicati ai dati, tra cui anche un workshop con Andrea Nelson Mauro l’8 novembre per comunicatori e giornalisti (ed entro la mezzanotte di oggi 15 ottobre scade la partecipazione al premio Data Journalism).

12 novembre: a Lussemburgo si tiene la EU DataVIZ Conference.

#Dataninjajobs

Il Telegraph cerca un senior data journalist a Londra, per sei mesi.

Roma un’agenzia di comunicazione cerca una persona per produrre data viz per un lavoro su un grande cliente. No link ma passaparola sul gruppo Facebook.

Mode, startup di business intelligence che si occupa anche di formazione, cerca un data scientist a San Francisco, con possibilità di lavoro in remoto.

Posizioni per data journalist aperte da quei geni di The Pudding, ottima retribuzione ma le competenze cercate sono molto avanzate.

La domanda RISOLTA del mese

I tempi di cottura della pasta – il nostro Alessio Cimarelli ci ha fatto un’app. Eccola!

Cosa succede nella Dataninja School

Studenti che hanno grandi soddisfazioni, anche nel weekend.

“Quello che abbiamo capito è che la chiave per rendere più efficace la didattica online è l’interazione. «Siamo ciò che connettiamo» dice Federico Badaloni. E questo è un po’ il faro che ci ha guidati nel lancio della nostra Dataninja School”, scrive Andrea Nelson Mauro su Medium. Dove raccoglie i numeri di cosa abbiamo fatto fino a oggi e cosa faremo in futuro per creare un curriculum di data literacy a livello europeo, grazie anche all’approvazione di due progetti Erasmus+ insieme a partner accademici (come l’Università di Southampton e la Statale di Milano) e aziende come Smart Revolution Srl.